Odg per la seduta n. 15 della commissione Industria, Commercio, Turismo
SENATO DELLA REPUBBLICA
-------------------- XVIII LEGISLATURA --------------------


10a Commissione permanente
(INDUSTRIA, COMMERCIO, TURISMO)


*15ª seduta: mercoledì 10 ottobre 2018, ore 11,30
16ª seduta: giovedì 11 ottobre 2018, ore 8,30


ORDINE DEL GIORNO


PROCEDURE INFORMATIVE

Interrogazioni


IN SEDE CONSULTIVA

Seguito dell'esame, ai sensi dell'articolo 125-bis del Regolamento, del documento:
Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2018, allegati e relativo annesso
(Parere alla 5ª Commissione)
(Doc. LVII, n. 1-bis- Allegati I, II, III e IV - Annesso)
Seguito e conclusione esame. Parere favorevole

IN SEDE REDIGENTE

I. Discussione del disegno di legge:
TARICCO ed altri. - Disposizioni in materia di produzione e vendita del pane - Relatore alla Commissione VACCARO
(Pareri della 1ª, della 2ª, della 5ª, della 7ª, della 9ª, della 11ª, della 12ª, della 13ª e della 14ª Commissione)
(169)
Discussione e rinvio
II. Discussione congiunta dei disegni di legge:
GIROTTO ed altri. - Disposizioni per la promozione e la disciplina del commercio equo e solidale
(Pareri della 1ª, della 2ª, della 3ª, della 5ª, della 7ª, della 8ª, della 9ª, della 11ª, della 13ª e della 14ª Commissione)
(594)
PATRIARCA ed altri. - Disposizioni per la promozione e la disciplina del commercio equo e solidale
(Pareri della 1ª, della 2ª, della 3ª, della 5ª, della 7ª, della 8ª, della 9ª, della 11ª, della 13ª e della 14ª Commissione)
(622)
- Relatore alla Commissione ANASTASI
Discussione congiunta e rinvio

ESAME DI ATTI E DOCUMENTI DELL'UNIONE EUROPEA

Seguito dell'esame, ai sensi dell'articolo 144, commi 1 e 6, del Regolamento, del documento dell'Unione europea:
Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle Regioni - Un settore europeo del commercio al dettaglio adeguato al 21° secolo - Relatore alla Commissione MARTI
(Parere della 14ª Commissione)
(n. COM(2018) 219 definitivo)

INTERROGAZIONI ALL'ORDINE DEL GIORNO

PUGLIA, PISANI Giuseppe, FEDE, NOCERINO, ANGRISANI, SILERI, RICCIARDI, TRENTACOSTE, ROMANO - Al Ministro dello sviluppo economico. -

Premesso che:

le cosiddette agenzie di recapito private, risalenti ai primi del '900, hanno svolto egregiamente in regime di concessione dell'allora Ministro delle Poste, fino al 31 dicembre 2000, la propria attività di recapito di tutti i prodotti postali, in tutto il territorio nazionale;

allo scopo di assicurare la prestazione di un servizio postale universale, con prezzi accessibili a tutti gli utenti, con il decreto legislativo 22 luglio 1999, n. 261, di recepimento della direttiva 97/67/CE, sono state revocate le concessioni alle agenzie di recapito, prevedendo l'introduzione degli istituti della licenza individuale e dell'autorizzazione generale per lo svolgimento dei servizi postali non riservati;

l'articolo 23, comma 3, del citato decreto legislativo, prima della modifica apportata con decreto legislativo n. 58 del 2011, stabiliva che, in relazione a quanto disposto dal decreto del Ministro delle comunicazioni del 5 agosto 1997, le concessioni di cui all'articolo 29, numero 1, del testo unico di cui al decreto del Presidente della Repubblica n. 156 del 1973, fossero valide sino al 31 dicembre 2000. Al comma 5 del medesimo articolo 23, veniva, altresì, previsto che Poste italiane potesse realizzare accordi con gli operatori privati, anche dopo la scadenza delle concessioni, al fine di ottimizzare i servizi, favorendo il miglioramento della qualità dei servizi stessi anche attraverso l'utilizzazione delle professionalità già esistenti;

per garantire la sopravvivenza delle imprese e il mantenimento dell'occupazione esistente, furono stipulati, nel corso degli anni, accordi di collaborazione con le agenzie partner, del valore di circa 70 milioni, sottoscritti in esclusiva con il vincolo della non concorrenza, con affidamento diretto di corrispondenza Raccomandata e Assicurata, con l'obiettivo del raggiungimento degli standard di qualità europei, grazie alla specifica professionalità degli operatori delle agenzie;

con il cosiddetto «Memorandum» sottoscritto l'11 dicembre 2007 presso il Ministero delle comunicazioni, tra quest'ultimo, le agenzie di recapito e Poste italiane, sono state delineate le fasi essenziali del processo di liberalizzazione del settore;

nell'anno 2008 fu istituito da Poste italiane apposito albo fornitori e i servizi postali furono affidati con appositi bandi di gara, determinando una prima notevole contrazione del fatturato che dai circa 70 milioni del 2000, fu ridotto progressivamente a circa 58 milioni nel 2008, a 40 milioni nel 2011 e infine a 28 milioni nell'ultimo bando del 2012. L'ultima gara assegnata vedrà subentrare, dal 1° luglio 2017, la società G.S.P. Srl di Genova alla società Soluzioni di Napoli;

considerato che:

a seguito di questo processo si è assistito ad una progressiva e inesorabile riduzione dei livelli di occupazione all'interno delle agenzie di recapito, le quali hanno visto ridurre il loro numero da 70 nel 2000 a 10 nell'ultimo periodo;

in circa 10 anni, dunque, il valore degli appalti affidati da Poste italiane, in controtendenza con l'auspicato processo di liberalizzazione del servizio, si è segnatamente ristretto, tanto che le gare bandite di recente da Poste italiane prevedono l'affidamento di servizi per un valore non superiore a 28 milioni di euro, con ricadute significative sulle imprese, anche in termini di occupazione;

in questi ultimi anni, inevitabilmente, le agenzie di recapito e i lavoratori hanno tentato di reggere alla contrazione del mercato dei servizi postali, facendo ricorso anche a contratti di solidarietà, CIGS (cassa integrazione guadagni straordinaria), CIG (cassa integrazione guadagni) e infine alla mobilità;

nel frattempo Poste italiane SpA ha continuato ad avvalersi in tutte le regioni, in maniera continuativa e massiccia, di lavoratori a tempo determinato per le esigenze di consegna e di lavorazione della corrispondenza;

considerato, inoltre, che a quanto risulta agli interroganti:

in data 10 dicembre 2013, allo scopo di rispondere alla crisi occupazionale venutasi a creare, è stato siglato un accordo tra Poste italiane SpA e le organizzazioni sindacali, che prevedeva il riassorbimento dei lavoratori in mobilità delle agenzie, che avevano prestato fino ad allora servizi di recapito per Poste italiane SpA, attraverso la stipulazione di un contratto di lavoro a tempo determinato di soli 12 mesi;

il detto accordo conteneva, tra le altre cose, una rinuncia a ogni azione economica e pretesa risarcitoria nei confronti di Poste italiane, per eventuale responsabilità solidale, in ordine al rapporto di lavoro pregresso dei lavoratori con le agenzie di recapito, nonché la prestazione dell'attività lavorativa oggetto del contratto nelle regioni Lombardia, Veneto, Piemonte ed Emilia-Romagna, che per alcuni lavoratori rappresentava l'onere di trasferirsi per lavorare a tempo determinato in un posto a circa 1.000 chilometri di distanza;

in ragione delle condizioni al ribasso previste, e considerata l'evidente volontà non risolutiva della crisi occupazionale, il suddetto accordo è stato sottoscritto da una bassa percentuale di lavoratori, che avevano trovato nei contenuti dello stesso una evidente violazione dei loro diritti. In particolare, i lavoratori interessati hanno ritenuto insensato che a fronte di un'esigenza di forza lavoro da parte di Poste italiane nel sud Italia, e in Campania in particolare, essa abbia previsto un accordo di collocamento dei lavoratori nelle sole regioni del Nord;

dopo una serie di vicissitudini succedutesi nel corso degli anni, da ultimo, con un accordo del 19 giugno 2018, sono stati assorbiti nell'organico di Poste italiane una serie di lavoratori ex dipendenti delle agenzie di recapito, mentre non sono stati contrattualizzati, e sono tuttora disoccupati, circa 200 lavoratori appartenenti prevalentemente alle aree di Roma, Campania e Sicilia;

considerato infine che a parere degli interroganti sarebbe opportuno che i lavoratori delle agenzie di recapito, rimasti senza occupazione a seguito di quanto descritto, venissero riassunti e assorbiti nell'organico di Poste italiane, anche allo scopo di non perdere le competenze e il know how acquisito dai medesimi nel corso della propria esperienza lavorativa e, soprattutto, di salvaguardare il loro diritto al lavoro,

si chiede di sapere:

se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza dei fatti esposti;

se non ritenga di valutare l'opportunità di avviare un tavolo di concertazione con Poste italiane SpA e i rappresentati di categoria dei dipendenti delle agenzie di recapito rimasti senza impiego al fine di individuare soluzioni idonee a garantire opportunità occupazionali ai lavoratori lasciati fuori dagli accordi citati.


(3-00133)

QUAGLIARIELLO - Al Ministro dello sviluppo economico. -

Premesso che:

la Regione Emilia-Romagna ha deliberato di bloccare la ricerca di nuovi giacimenti di idrocarburi, anche relativa a concessioni già rilasciate, con particolare riferimento alle attività di ricerca "Fantozza" e "Bugia" che interessano il territorio tra la provincia di Modena e quella di Reggio Emilia;

secondo l'atto ufficiale approvato dalla Giunta regionale tale decisione sarebbe stata assunta in base al principio di precauzione perché le attività "interessano un'area territoriale che ha subito un evento distruttivo come il terremoto del 2012, evento traumatico che, unito all'analisi delle caratteristiche morfologiche particolari del sottosuolo, rende l'area particolarmente vulnerabile";

considerato che:

il presidente di Nomisma Energia, Davide Tabarelli, ha dichiarato alla stampa che "La decisione della Regione Emilia-Romagna di fermare la ricerca degli idrocarburi nelle zone di Fantozza e Bugia rappresenta la sconfitta della scienza" in quanto "applica il principio di precauzione, avallando a prescindere le paure manifestate dal territorio, nonostante il famoso rapporto Ichese avesse dimostrato l'assenza di legami tra le ricerche e il sisma";

anche Franco Battaglia, professore di Chimica-Fisica presso l'università di Modena e Reggio Emilia ha dichiarato: "La decisione della Giunta regionale dell'Emilia-Romagna di impedire la ricerca sulla fattibilità di estrarre gas in alcune zone nel cuore della regione non mi meraviglia. La classe politica italiana s'è dimostrata abbastanza incapace di gestire i risultati che emergono dalle analisi tecniche della scienza migliore. Nel complesso è una classe politica impreparata e incompetente, che trova comodo assecondare le legittime, ancorché infondate, preoccupazioni di una minoranza della popolazione, anziché far la fatica di informarla della infondatezza di quelle preoccupazioni",

si chiede di sapere:

se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza di quanto sopra esposto;

quale sia la posizione del Governo di fronte alla decisione della Regione Emilia-Romagna;

se non ritenga di promuovere ulteriori approfondimenti scientifici al fine di chiarire ogni ragionevole dubbio sull'ipotesi di collegamento tra l'attività di ricerca petrolifera ed eventuali eventi sismici, che fino ad oggi sembra essere stato smentito.


(3-00194)